04/12/02

119. Creedence Clearwater Revival “Cosmo’s Factory” 1970. (cd nuovo, Fantasy, € 8.73).
La copertina più brutta della storia del rock, dischi brutti esclusi. Accetto altre nominations, ma sappiate che è dura: date un’occhiata qua, anche se piccola rende l’idea. Ma c’è un pezzo, in questo disco, che lo rende da solo memorabile, perché il pezzo in sé è memorabile. La madre di tutte le cover.
Se “I Heard It Through The Grapevine” era un capolavoro nelle mani di Marvin Gaye, in quelle di John Fogerty è pura dinamite. Stirata fino a durare undici minuti, attraversata da folate chitarristiche ma sempre capace di tornare all’andamento controllato della strofa e del suo immortale riff, mentre la sezione ritmica continua imperterrita a scandire il tempo. Da brividi.
Se poi aggiungete i sette minuti in apertura di “Ramble Tamble” con quel break centrale semplicemente geniale, il classico voodoo “Run Through The Jungle”, l’ulteriore omaggio alla leggenda del rock’n’roll (“Before You Accuse Me” di Bo Diddley e “My Baby Left Me” di Arthur Crudup), le ballata a sei stelle “Who’ll Stop The Rain” e “Long As I Can See The Light” e “Travelin’ Band” tanto per gradire, beh, capirete di essere di fronte all’ennesimo exploit di una band capace di pubblicare in due anni quattro capolavori e un quinto album non all’altezza ma comunque valido. In due anni!!!
C’è qualcosa di rassicurante, nonostante le tematiche spesso scure, nei Creedence Clearwater Revival. Qualcosa che mi ha definitivamente rapito.

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