09/04/02

31. Low “Things We Lost In The Fire” 2001. (cd Tugboat, nuovo, € 14.50, AMG).
Acclamato come capolavoro dell’indie-rock intimista, questo ultimo album del trio di Duluth ha la capacità di sospendere il tempo e la classicità dei grandi. Quando cominci con un pezzo come “Sunflower” ti giochi tutto e rischi grosso, perché è facile mettere per prima la canzone più bella del repertorio, ma sono le altre undici (sette? Nove? Quante canzoni ha l’album rock perfetto? Pari o dispari?) che contano. E queste contano, eccome. Non vorrei contraddirli, ma tra le cose perse nell’incendio dai Low non c’è la capacità di scrivere e suonare grande musica, in forma di canzoni epiche nella loro semplicità, notturne ed evocative, a volte immediate ed altre volte immobili, calde come un abbraccio anche in passaggi apparentemente gelidi. Nulla è fuori posto. Vengono in mente in ordine sparso Mojave 3, Karate, Bedhead, Seam (scusate la commozione), Dakota Suite e Cowboy Junkies, ma sono solo minimi appigli per noi che ne abbiamo bisogno. Non curatevene.

32. The Come Ons “Hip Check!” 2001. (cd SFTRI, nuovo, € 20.66).
Visto nello scaffale, scrutato, smascherato (insomma, gli ospiti si occupano di organo, backing vocals, piano elettrico, tromba, saxofoni, armonica e handclapping!) e preso. Al limite del superfluo l’ascolto, ma come negare a sé e ai presenti, oltre che al negoziante che già sa, un po’ di pura eccitazione qui ed ora? Pare che a Detroit ci sia una nuova scuola di garagers riconvertiti al soul/errebì più puro, e che questi Come Ons ne siano tra i portabandiera, insieme a Now Time Delegation, Dirtbombs e Detroit Cobras. Al mio primo approccio con la cricca, alzo entrambi i pollici. “Hip Check!” è pura dinamite rare groove, ed è nero fino al mimetismo: se Sound Verite mettesse “Mesmerizer” tra un pezzo di Helene Smith ed uno di Mary Jane Hooper ve ne accorgereste? Certo Deanne Iovan non ha la straripante esuberanza vocale delle regine del funk che fu, ma perché farne una colpa quando la signorina scrive tutti i pezzi, canta egregiamente con sensuale distacco, e suona basso e organo? Disco pressochè perfetto, compresi i lenti alla fine di ogni lato (da palpeggio “Strangelove”, da stretta al cuore il country-blues finale di “Dollar In My Pocket” per sole voce, chitarra elettrica e sirena della polizia autentica in sottofondo). Gran bel disco per i vostri party e/o per bollenti session con il vostro lui o la vostra lei, garantito.

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