25/01/02

f4. “Furore” di John Ford, 1940. (AMG).
Proiezione pomeridiana per gli studenti di Storia e Critica del Cinema 1, presenti in sala circa dieci. Io e colei che accompagno siamo più o meno gli unici under 50, di studenti nemmeno l’ombra. Io ho dato anche Storia e Critica del Cinema 2, poi mi sono fermato a metà esami e sul modulo da compilare per ricevere il programma del cinema a casa ho scritto “?” e poi “musicista”. Lei li ha dati tutti, si è laureata e sul modulo ha scritto “montatore”. Quando si dice due che spaccano.
“Furore” di John Ford, tratto da Steinbeck… la migrazione di migliaia di contadini dall’Oklahoma arso dalla carestia verso le promesse non mantenute della California… epico sarebbe una parola scontata, ma la uso ugualmente. Ed epiche sono anche le condizioni della nostra visione: frusto bianco e nero, edizione originale senza sottotitoli o traduzione simultanea, accento pesantissimo e smangiucchiato… dura prova anche per un master dell’anglo-americano come me… meno male che il libro l’ho letto.
Del monolitico capolavoro scritto il film prende per forza di cose gli eventi salienti, tagliando i raccordi e perdendo quel senso di costruzione di una storia epocale che pagina dopo pagina cresce leggendo il libro.
Ne rende però una versione incredibilmente potenziata dalle immagini. Le riprese sono perfette, alcune scene di una tristezza agghiacciante, gli sguardi disperati dei personaggi esattamente quelli che ci si aspetta di vedere (il solo Henry Fonda nella parte del protagonista Tom Joad sembra un po’ impostato). Il messaggio finale di fiducia nelle possibilità della gente è intatto.
Commovente.

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